Portale Manzoniano

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16 novembre 2020 / Eventi

Portale Manzoniano

 

 

Sull’evento (è parola Sua) del «Portale Manzoniano»
illustrato oggi dalla Braidense.

La realizzazione del Portale Manzoniano costituisce per un insieme di aspetti di fattori di prospettive un evento culturale che, non lo vietasse la modestia di Lui, potremmo definire come epocale.
Si rinnova alla Biblioteca Braidense, con diversa e maturata consapevolezza, il giorno della storica costituzione della Sala Manzoniana, cioè di un luogo dove lo Scrittore poteva visionare, al di là delle separazioni ereditarie o intrinseche (le lettere, i doni, i prelievi dei collaboratori, delle guarnigioni vendemmiatrici ….), l’unità organica, la sofferenza genetica, la felicità  creativa delle sue pagine, delle sue postille, dei suoi appunti, appunto una storia di prove, di esitazioni, di illuminazioni cui ogni lettore, oggi più aiutato dai commenti e dai testi critici, può partecipare con personale sintonia, e a tratti provarsi a rivivere.
Quanto era nei voti di Vittoria Manzoni e di Pietro Brambilla, e poi di Giovanni Sforza, di Michele Barbi, e, tralasciando altri studiosi che anche le nuove scuole non devono dimenticare, e, per arrivare a un traguardo  più esattamente operativo, di Dante Isella, è oggi realizzato, grazie alla operosità della responsabile prima della Sala Manzoniana e poi della Braidense, Maria Goffredo, e dalle studiose e dagli studiosi coordinati da Giulia Raboni.

È doveroso quanto gradito, da parte di un fruitore interessato, rilevare, con la composta e silenziosa ammirazione che dà ogni lavoro compiuto, che questa operazione filologica, informatica, culturale ha diritto a un altro aggettivo, democratica, ne libera e ne recupera i consunti significati, per come e al servizio di chi si è lavorato.

L’auspicio di Carlo Dossi, capire tutti e tutto Manzoni, diviene oggi, definitivamente, un programma partecipabile. Questo portale, nella sua esemplarità, per il format di realizzazione, per la ricchezza e l’eccezionalità autoriale, propone anche una lezione da una parte ai responsabili politici dei beni culturali, dall’altra  a quanti si sono iscritti alla folla dei venticinque lettori.

Ai titolari e ai funzionari del più impegnativo e sociale dei Ministeri, l’esemplare risultato di questo portale insegna come il patrimonio dei manoscritti, e prima degli autografi, può e deve confluire in un vigilato archivio umanistico-digitale: 
Si potrebbe, con lettura faciliore, contestualizzare la nuova opera omnia manzoniana a fronte dell’operazione che ha visto la Biblioteca Apostolica Vaticana consegnare a diverse  reti pur piscatorie migliaia e migliaia di testi unici, ora moltiplicati. Si potrebbe, con caute scuse, prendere visione numerica degli scaffali di volumi storici e rari accorpati su Google da biblioteche straniere (perdonando, chi vuole, i provinciali assenteismi).

Ma proprio questa perfezionabile cornice dà rilievo a quanto il portale manzoniano ha realizzato, perché ogni pagina manoscritta, ogni postilla, ogni traccia di lettura viene ‘edita’ in una successione di generi e di tempi, in una gerarchia criticamente filologica ( e chiede di dismettere l’endiadi «critica e filologia»).

Certo, l’immagine anche graduata nei colori del manoscritto non consente, almeno per ora, di estrarre la parola soprattutto se autografa, di un control-f che consenta di approdare, in un attimo, a quella parola dispersa in centinaia di pagine. I tentativi in corso potranno ottenere risultati – fossero utili - forse su copia calligrafiche, magari quelle lette dai censori.
Questo risultato costituisce un forte richiamo alle stanze di chi governa l’offerta dei ricordati beni culturali, dei monumenti, dei musei, comprese le biblioteche, sempre più musei di manoscritti, incunaboli, cinquecentine, prime edizioni (alme di quelle che esigono il rispetto della sovracopertina).
Il portale manzoniano avrà una sua casa, che passa da chi l’ha architettata, da chi l’ha edificata, da chi l’ha decorata da quanti insomma l’hanno razionalmente strutturata, a poter essere abitata da tutti. Basta suonare alla porta, che, trattandosi in realtà di un palazzo, è giustamente elevata a portale. Il portale della nuova residenza di Alessandro Manzoni. Quelle storiche non possono essere clonate né devono essere ripetute, ma distribuite: lo sappiamo la distribuzione non richiede qui una divisione in parti, può essere pariteticamente totale.
I relatori che si succederanno, come nel programma proposto dalla Braidense, consentiranno di avviarsi alla conoscenza dei format di strutturazione e di lettura, e scuseranno queste riflessioni esterne e di superficie.
Vogliono essere il sottovoce di quella folla, dove il numero di venticinque circoscrive spazi spirituali di ascolto e di dialogo: è il numero di una classe scolastica, dove si ha il piacere di ritornare a imparare. da sé stessi e insieme. Ogni alunno, anche in età, semianalfabeta informatico  – non si offenda lo studioso o la studiosa – sa di poter accedere a una nuova lettura dell’opera manzoniana, intesa anzitutto come verifica delle continue, scandite, bisecolari riletture compiute. Perfino le edizioni critiche possono finalmente essere più agevolmente percorse e gustate.
La classe, chi esercita la funzione docente e chi quella di discente, e il termine lettore li unifica, potrà serenamente prendere atto o ipotizzare di quanto, delle e nelle opere manzoniane, va riscritto o integrato, con la gioia (non si osa ascendere al gaudio) che si prova quando ci si arricchisce culturalmente, e si migliora socialmente.

Gli esempi immediati sarebbero molti, e si succederanno: auguriamoci che aiutino a comprendere quanto è da scoprire nello ‘sconosciuto’ Manzoni. 
Don Alessandro, direbbe Gadda, ora, con davanti agli occhi le nitide ordinate e classificate immagini delle sue pagine sofferte e sofferenti nel percorso carsico della dicitura, limpide allo sgorgare (perdoni l’eco di Ognissanti), sarà più facile anche a scrive di lei, incredibilmente, farsi perdonare. (Angelo Stella)

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