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Il 24 maggio 1915

Il 24 maggio 1915 l’Italia, varcato il Piave e non il Ticino, entrava in guerra contro la Germania e l’Austria di Francesco Giuseppe, l’imperatore asburgico di cui Alessandro Manzoni, dal 1848 alla morte era stato suddito. Una guerra che la storia ci spiega, auspicata e partecipata da tanti intellettuali, sofferta dai «vili e meccanici», che non si vorrebbe più accettare. 
Anche un certo Manzoni, forse nel ricordo della sua aspirazione all’indipendenza dell’Italia, si trovò tra i chiamati al fronte. Nel 1916 viene stampata a Milano, dai Librai Bietti e Reggiani, Editori in via Durini n. 14, una «edizione patriottica» del suo grande romanzo, «accuratamente corretta ed illustrata»: vi sono riprodotte molte vignette del Gonin, con alcune tavole fuori testo. La Croce Rossa Italiana, Sotto Comitato di Busto  Arsizio, ne distribuiva centinaia di copie ai combattenti con un auspicio:

«Ai nostri valorosi soldati / il / Prof. ANGELO CERIANI / Dona / Bene auspicando pei destini / di una più grande Italia».

Da un combattente, Carlo Emilio Gadda, quel dono sarebbe stato molto gradito. Nel suo Giornale di guerra e di prigionia, parlando di un commilitone «tolstoiano», scriveva il 7 settembre 1915: 
Quanto è lontano, questo spirito libero che ha voluto la guerra per schiacciare in aeternum il militarismo tedesco, quanto è lontano dalla sapienza e dal metodo dell’analisi, di cui il Manzoni è insigne maestro e profondo esemplificatore, che soli ci porgeranno il modo di correggere, di districare, di lenire con spirito equanime e con acutezza di vedute pratiche ed etiche i mali presenti degli uomini!
Non poteva immaginare che alcuni mesi dopo, il 13 luglio 1916, in una malga abbandonata del ‘nemico’ avrebbe raccolto «un volumetto d’una traduzione tedesca dei Promessi Sposi, eguale a quella che abbiamo in casa». 
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