18 settembre

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20 2021 / News

18 settembre

 

18 settembre

È una data storica, perché in questo giorno nel 1823 Alessandro Manzoni sigillava il suo primo romanzo, conosciuto con il titolo di Fermo e Lucia
Certo, il 2021 è per lui un anno ben più centenario, con Marzo 1821, Il Cinque Maggio, e soprattutto con ‘quel’ romanzo: l’amico Ermes Visconti scriverà il 3 aprile del 1822 a Gaetano Cattaneo del «Romanzo di Fermo e Lucia», da lui annunciato e descritto il 30 aprile dell’anno precedente a Victor Cousin (si traduce dal francese): 

                   Alessandro dunque si è messo a rappresentare i Milanesi del 1630. Le passioni, l’anarchia, i disordini, le follie, le goffaggini (les ridicules) di quel tempo. Una peste che ha devastato la Lombardia proprio in quest’epoca; alcuni aneddoti molto                                 interessanti della vita del Cardinale Borromeo il fondatore della vostra Ambrosiana, il famoso processo che noi chiamiamo della Colonna infame: capolavoro di autoritarismo (autorité), di superstizione e di bestialità, offriranno a lui sufficiente materia                       per la favola del Romanzo su dei fatti avverati.

Rimangono queste parole un invito a leggere Fermo e Lucia a prescindere dai Promessi sposi, e a rileggerlo dopo averli letti e compresi (Manzoni è il più popolare degli incompresi): a misurare il distacco tra le due opere, e spiegarsene le ragioni quanto a strutture e forme, a «dicitura», linguistica e testuale.
Un aiuto alle affascinanti, anche per le ‘lievi’ difficoltà, pagine di questo primo esperimento e traguardo narrativo manzoniano può venire dalle illuminazioni e dagli stimoli del commento affidato da Silvano Nigro alla edizione dei Meridiani di Mondadori, da lui curata ed edita nel 2002, con la Ventisettana e la Quarantana (che esige la Colonna infame, parole e immagini). La «Edizione Nazionale ed Europea delle Opere di Alessandro Manzoni» presenterà, in vista del centenario (da non rumoreggiare) voluto dalla data a titolo, il nuovo commento di Silvia Contarini, che può fruire, come sanno i più avvertiti studiosi, dell’edizione critica curata da Barbara Colli, Paola Italia, Giulia Raboni, primo voluto del trittico programmato e diretto da Dante Isella (dicembre 2006), che sarà completato, entro l’anno in corso, con l’edizione critica della Ventisettana, a cura di Donatella Martinelli.
Alessandro Manzoni, lo avvertiva proprio Visconti, rompendone e interpretandone i silenzi, si era buttato con furore appassionato nella scrittura di una storia e di una favola destinate alla «pubblicazione»: lo scrive, sapendo di non poterla realizzare. Da qui una libertà di scrittura, che consentiva ai tempi della storia narrata di prescindere, per il momento, dalla storia accaduta (del 22 novembre di Lucia si leggerà prima che del San Martino di Fermo), ma soprattutto consegnava agli autografi pensieri e affermazioni che nessun tipografo avrebbe potuto diffondere.
Un esempio più volte proposto  (I,I 42):

                è chiaro che è cosa molto comoda l’avere una scomunica da opporre a una ragione.

Un secondo forse più attuale esempio (IV,I 41):

                anche nelle più grandi strettezze non mancano mai danari per fare delle minchionerie. 

Un terzo e, per ora, ultimo, (IV,I 56), con bersagli più comuni, a rimozione di quelli chiesiastici e politici:

                La morte e il matrimonio terminano per lo più le tragedie e le commedie del teatro, ma danno sovente principio alle tragedie e alle commedie della vita reale.

 

 

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