Il centro studi

Il Centro Nazionale Studi Manzoniani ha come scopo salvaguardare e diffondere la memoria e le opere di Alessandro Manzoni.

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La biblioteca

La Casa di Manzoni in via Morone 1, sede del Centro Nazionale di Studi Manzoniani, conserva una biblioteca di circa 38...

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Informazioni pratiche

Casa Manzoni si trova nel centro storico di Milano. È facilmente raggiungibile tramite tram (linea 1, fermata in via...

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24 APR 2024

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1821

Manzoni, quel 24 aprile, martedì della pasqua 1821, nella quiete di Brusuglio, lontano dai primi moti unitari, iniziando il Fermo e Lucia, faceva conoscenza con «Il Curato di… », e dirà poi «di una di quelle terre», dandogli il nome di Don Abbondio. È il primo personaggio esemplare a entrare in scena, e l’ultimo ad uscirne: entra timoroso e ne esce trionfante, entra sconfitto e sembra uscirne vincitore.

Il 30 aprile, dunque neanche una settimana dopo, Ermes Visconti ne scriveva a Claude Fauriel, Manzoni si era messo «à ecrire un Roman en prose», dove parlare delle passioni, dell’anarchia, delle passioni, delle follie, dei ridicoli «de ce temps là», Non si ceda alla facile tentazione di aggiornarci, neppure leggendo il prosieguo, cha dice di «une peste qui a ravagé la Lombardie précisement à cette époque». Già, la Lombardia, quella delle gride dei conti e duchi spagnoli, delle improvvide processioni, degli errori e degli orrori, della sua e della nostra, anche di chi non frequenta gli eremi del «Grande Lombardo».

È Visconti che parla del progetto, Manzoni lo costruiva, ed è contento che se ne riparli, nella riflessione silenziosa e ragionata che determina l’azione al meglio concesso agli uomini, di allora e di oggi.
La peste era per Manzoni il punto prospettico, dalle regioni dell'aquila, da cui guardare alla storia, non al quotidiano, senza eleggersi, post factum, a interpreti vilmente presuntuosi: Abbondio dice nel Fermo e ripeterà fino alla Quarantana: «la peste è stata una scopa». Manzoni glielo fa dire, a lui e non a padre Cristoforo, perché non lo si ripeta; non basta sopravvivere alle tragedie per sentirsi uomini degni.

 

Almanacco a cura di Jone Riva

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